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sabato 26 luglio 2014

Lettere al direttore. Cronaca di un incredibile calvario all'ospedale di Lipari. Ci scrive la signora Mandarano

Carissimo Direttore,
sono una cittadina madre e moglie...volevo raccontarvi la mia, anzi la nostra storia.
Il Sabato pomeriggio mio marito accusa un forte dolore toracico esteso al braccio ed ha un senso di stordimento. Il nostro primo pensiero è ovviamente quello di un principio d’infarto.
Ci rechiamo al pronto soccorso dove provvedono a fare i basilari accertamenti del caso, ovvero tracciato ed enzimi per fortuna nella norma per cui la diagnosi è Gastrite.
Arrivati a casa ci accorgiamo che mio marito ha una febbre molto elevata che, tra l’altro, non si erano nemmeno preoccupati di misurare.
Il giorno dopo, Domenica, ancora persiste questa febbre per cui cerco un’altra via e mi reco in guardia medica dove trovo uno dei medici più disponibili di tutto lo staff!!!
Molto infastidito, perché interrotto nella scelta delle sue ciabatte da lavoro, mi chiede di cosa si tratta, gli spiego la problematica dicendo che questa febbre persistente non presenta sintomi influenzali ma magari, a mio parere, potrebbe scaturire dalla gola, per cui mi chiede se voglio che visiti la gola a mio marito, al che mi limito a sorridere.
Per lui è un colpo di freddo e basta, terapia Efferalgan da 1000.
Torniamo a casa e passiamo altri due giorni sempre nelle stesse condizioni sperando che il colpo di freddo passi...
Vedendo che la situazione non migliora chiamo di nuovo la Guardia Medica dove finalmente trovo una Brava e Umana dottoressa che mi dà da fare una terapia antibiotica di Rocefin e mi prescrive una radiografia da fare al più presto.
Molto preoccupata mi ripresento al pronto soccorso dove chiedo di far fare questa radiografia a mio marito il giorno stesso, considerata la situazione...Questa radiografia mi viene negata in quanto mio marito non presenta segni evidenti di nulla, questa è la loro politica! Alla fine passiamo per esagerati e per gente che vuole buttare i soldi così senza motivi validi visto che dobbiamo essere registrati in codice bianco.
All’indomani mattina mio marito fa subito una lastra e poi una tac per avere una visione più chiara della situazione, qui risultano due evidenti focolai di POLMONITE. Continuiamo la terapia antibiotica aggiungendo anzi dietro consiglio della nostra dott.sa un altro antibiotico ma, all’indomani, mio marito sta di nuovo malissimo e di nuovo avverte i forti dolori al torace. Mi consulto sempre con la dott.sa vista che è stata l’unica a capire la situazione, che mi consiglia di portarlo subito al pronto soccorso.
Lì rifanno di nuovo enzimi e tracciato ed i valori di mio marito sono tutti alterati.
Per cui si decide un trasferimento in elicottero per la sera stessa poi non avvenuto per mancanza di posto, per cui si rimanda all’indomani mattino.
Oggi mio marito è in terapia intensiva per una pericardite causata dalla polmonite.
Abbiamo vissuto un incubo ed oggi la rabbia e le domande che mi pongo sono tante, troppe!
Carissimi medici ed infermieri il vostro lavoro dovrebbe essere fatto con passione e non per arrivare al 27 di ogni mese.
Se un paziente si reca al Pronto Soccorso non è perché è IPOCONDRIACO o ESAGERATO è solo perché sta male.
Nelle mie reminiscenze di Diritto mi torna in mente l’Art. 1176 del c.c. che dice: che nell’adempimento delle obbligazioni inerenti all’esercizio di un’attività professionale la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività esercitata( E quindi diligenza superiore a quella del buon padre di famiglia nel vostro caso). Con noi invece fatemelo dire non avete usato neanche quella del buon vicino di casa!
Con la speranza che nessun ’altro riviva il nostro calvario vi prego di avere almeno più coscienza e di fare bene il vostro lavoro.
Distinti Saluti
Bartolina Mandarano
Ndd- Per la cronaca il marito della signora che scrive, per mancanza di un posto letto in provincia di Messina, è stato trasferito con l'elicottero a Lentini e - da quanto apprendiamo- le sue condizioni sono in miglioramento.
Eolienews nel rispetto della legge sulla stampa mette a disposizione analogo spazio per chi, qualificandosi con nome e cognome, intendesse replicare

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